«Ti sei mai domandato quanti studenti alzerebbero la mano se andassimo ora in un’aula universitaria e chiedessimo quanti di loro leggono abitualmente un quotidiano? Ti rispondo io: di mani alzate ne vedremmo pochissime, probabilmente nessuna. Credimi».
Francesco Franchi, Art Director de la Repubblica. Gennaio 2020
INTRODUZIONE.
Il design di un prodotto editoriale ha diverse funzioni: esprimere e conferire spessore al contenuto, attrarre e fidelizzare i lettori, strutturare in modo chiaro il materiale. Questi ruoli devono coesistere e cooperare come uno stimolante laboratorio in continua evoluzione.
Il design è contenuto. La grafica deve esser capace di costruire un ponte tra i contenuti e le forme e quindi chi la pratica, oltre a conoscere i linguaggi espressivi più adeguati, deve anche essere provvisto della capacità di indagine e di controllo sul significato dei messaggi. Il design editoriale ha al suo centro la funzione di comunicare un’idea giornalistica o una storia attraverso l’uso mirato e combinato di immagini e di parole che organizzino e presentino l’informazione trasformandola in comprensione.
Secondo l’Osservatorio Omnichannel Customer Experience del Politecnico di Milano, sono ormai 31,7 milioni (pari al 60% della popolazione con più di 14 anni) gli italiani che utilizzano Internet in una o più fasi del processo di acquisto di un bene o servizio e che si aspettano, pertanto, di vivere esperienze integrate nei vari punti di contatto: punto vendita, sito internet, eCommerce, social network, contact center, pubblicità, editoria. Questi passaggi repentini, necessitano di una fruibilità elevata e di una massimizzazione dell’esperienza comunicativa. E il design editoriale non può più tirarsi indietro.
Ripensare un prodotto editoriale vuol dire ripensare un intero sistema.
OBIETTIVI.
Il corso teorico/laboratoriale specialistico di Elementi di Grafica Editoriale è indirizzato a studentesse e studenti con un background di studi pregresso e si propone l’obiettivo di formare professionalità in grado di realizzare progetti di design editoriale su misura per le realtà sulle quali si andrà ad agire. Il design editoriale è quindi inteso come un laboratorio di ricerca in continua evoluzione e al tempo stesso una piattaforma di lancio per innovazioni stilistiche che faranno da traino anche per altri settori della comunicazione visiva.
L’obiettivo è costruire un utente in grado di affrontare sfide progettuali in diversi ambiti del design editoriale, dunque sviluppare un pensiero progettuale dedicato ai prodotti, ai servizi, all’interazione con gli oggetti, all’organizzazione dei contenuti, alla struttura produttiva, al management della conoscenza e al modello di business.
«Design is about kicking ass, not kissing ass».
Jaap Biemans, Art Director di Volkskrant Magazine. Novembre 2019
CONTENUTI.
Il design editoriale: il come ma soprattutto il perché.
Cosa si intende quando si parla di grafica editoriale: le differenti forme, gli artefici, le tempistiche e le scadenze. L’evoluzione della pagina stampata ai tempi di TikTok.
Anatomia di uno stampato. La classificazione degli stampati e gli aspetti operativi. Il trattamento dell'immagine e la sua risoluzione, la fotoriproduzione delle componenti iconografiche e la quadricromia. Le carte per la stampa e il ruolo del testo.
Applicativi. Quando, come e a cosa servono i principali applicativi per la grafica editoriale e la prototipazione: Adobe, Quark&Co. Dal classico magazine sfogliabile a quello instagrammabile.
Non solo layout. Come si muove la casa editrice e il reparto grafico. La pianificazione dell'opera e la preparazione dei layout, l’allestimento e le segnature. Il menabò e il timone: progettare la narrazione.
Comunicare con l’oggetto rivista. Anatomia del magazine mainstream e indipendente. La ricerca visiva nella grafica editoriale: la copertina, gli aspetti storici e l’estetica della narrazione. Esplorare il passato per tracciare percorsi futuri. Le tendenze emergenti nei diversi media; l'impatto di internet e del digital. I device per la pubblicazione di contenuti editoriali: i social network come volano.
Twitter, Twitch, Reel e altre Stories. Come il digital può diventare il motore per lanciare un prodotto cartaceo differente, per promuoverlo. Come la declinazione cartacea di un prodotto editoriale diventa un prodotto “di lusso”.
Dalla rivista al Newsbrand. Oggi è riduttivo parlare esclusivamente di prodotto editoriale. Ha più senso affermare l’esistenza di un sistema nevralgico interconnesso dove il magazine (newspaper o quant’altro) è una parte fondamentale della complessa brand experience. E il designer – con il visual journalism – ne è il cerimoniere.
Chi comanda è il contenuto, senza di esso il designer non può fare nulla.
Casi studio fondamentali. Mark Porter tra il Guardian e Internazionale. Jaap Biemans e Volkskrant Magazine. Francesco Franchi tra IL, Repubblica e D. Jaap Biemans e l’esperienza di Volkskrant Magazine. Come guardano al comparto editoriale James Victore, Neville Brody, David Carson e Jeremy Leslie. L’esperienza di MONOCLE, newsbrand che diventa luxury store. Edicola 518 a Perugia e il minimalismo culturale.
Arnheim R., “Arte e percezione visiva”, Edizioni Feltrinelli.
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